La notizia della scomparsa di Giuseppe Leonetti è stato come un temporale improvviso nel bel mezzo di una giornata di sole. Un lampo di malinconia che scuote e turba l’animo. Perchè Giuseppe, semplicemente Peppe per gli amici del mondo dello sci e della vela, è stato un personaggio che ha fatto parte della mia vita fin dall’infanzia. Di lui ho sentito parlare da mio padre Emilio negli anni ’60 quando era presidente dello Sci club Napoli. Altra epoca, altro sci, raccontato spesso sulle pagine dei quotidiani. Ecco allora spuntare il nome di Peppe Leonetti, classe 1938, grintoso fuoriclasse dagli anni ’50 in poi. Gare vinte, gare perse che gli valsero il soprannome di “Peppe a’ valanga”. Nel febbraio del 1964 agli zonali che si disputano al Pratello (pista Crete rosse), il giovane Peppe arriva 2° nella discesa libera vinta dal cortinese Bottecchia assoldato dallo Sci club Montepratello. Leggere la cronaca di allora rende chiara l’idea di chi fosse Peppe a’ valanga: “…con una gara spericolata ed impeccabile per potenza, Leonetti è riuscito ad inserirsi con autorità fra i due “nordisti” (il terzo infatti è un altro cortinese, De Lazzer, ndA). Altre cronache lo mettono in luce come figura di spicco dell’agonismo napoletano prima ancora dell’arrivo dei nuovi “guaglioni”, su tutti Marco Berardinone, Alberto Signorini, Fabio Marino, Aldo Bastianini. Passano gli anni ma Peppe, salvo brevi pause è sempre in pista: gareggia con il suo stile di potenza e agonismo. Non mancherà mai all’appuntamento principe: il Derby cittadino, anche quando la gara sembra aver perso lo smalto dei bei tempi. Un appassionato di sci ma soprattutto un grande amore per i colori del “suo” sci club Napoli. Quello che nel calcio si definisce attaccamento alla maglia, anche quando le cose non girano come vorresti. Eppure Peppe Leonetti era sempre pronto a fare il massimo per il club nel quale era cresciuto. Ebbi modo di capirlo molto bene quando mi redarguì (e non poco) per lo “strappo” con cui diedi poi vita nel 1999 allo sci club 0.40. Appena un anno fa ci sentimmo al telefono. Complice l’amico Marcellino Amato avevo trovato delle foto degli anni ’80 fatte da mio padre Emilio ad un Derby. In una di queste immagini Peppe solleva un futuro campione dello sci club. Come un ideale passaggio di testimone alle future generazioni che da lassù potrà seguire ed ispirare, perchè possano regalare anche loro emozioni e passione per lo sci. Le stesse di Peppe a’valanga.
sb