ADDIO A ROLLY MARCHI

W ROLLY pp Il mondo dello sci e della montagna piange la scomparsa di Rolly Marchi. Alpinista, sciatore ma soprattutto una penna formidabile che per tanti anni ha raccontato le imprese di campioni e storie d’alta quota. Lo scorso maggio aveva festeggiato i suoi 92 anni. Un traguardo vissuto con l’abbraccio della famiglia, le telefonate degli amici da ogni parte d’Italia. Perché Rolly nella sua lunga carriera sportiva e giornalistica è stato capace di unire il Paese da nord a sud. Dalle Alpi all’Etna tutti gli appassionati lo conoscevano.  Perché  Rolly è stato il vate, o se volete, il cantore più autentico del mondo degli sport invernali.

Ha presenziato a così tante Olimpiadi da aver stabilito un primato di cui lui stesso ne era fiero. Ha scritto resoconti dei campioni azzurri prima e dopo la mitica “Valanga” dei vari Thoeni, Gros e compagni, basta ricordare i volumi “Azzurrissimo” e “L’anno dei nostri” o ancora il volume dedicato a “Sapporo ’72”. E’ stato l’ideatore del Trofeo Topolino una gara che ha superato il mezzo secolo e che ha visto sbocciare il fior fiore dei più grandi atleti mondiali su tutti Stenmark, Girardelli, Tomba e lo stesso Gustavo Thoeni.  Scrittore brillante capace di raccontare la sua vita, i suoi incontri importanti in libri come i più recenti “…E ancora la neve”, “Il silenzio delle cicale”, o quelli più datati come “Mani dure” e “Ride la luna”.

 Fondatore e direttore di una rivista-gioiello, “La Buona Neve”, che  Rolly ci inviava con puntualità direi svizzera, due volte l’anno in occasione della premiazione dei trofei Amato e Buccafusca.  Due numeri pubblicati ogni anno nei quali Rolly ci ha regalato articoli sorprendenti, ricchi di notizie e a volte struggenti sui  campioni di ieri e di oggi. Perle di emozioni cariche di suggestione con immagini davvero preziose.

Con Rolly Marchi scompare un amico degli Appennini. Lui uomo delle Alpi, nato a Lavis (Trento) nel 1921, che prigioniero di guerra incontrò un bel giorno del ’44 nella Napoli liberata dagli americani, un giovane medico di nome Emilio Buccafusca. Sud e Nord che si ritrovano sulle macerie del conflitto non ancora concluso. Da allora in poi fu  amicizia fraterna, trasmessa alle rispettive  famiglie nel corso degli anni a seguire. 

Lo scorso maggio lo abbiamo voluto festeggiare a nostro modo con un disegno realizzato molti anni fa proprio da Emilio Buccafusca. Un’amicizia fatta di corrispondenze vivaci e colorate di tanti ricordi. Come quelli che forse un giorno troveranno spazio in un libro  per ricordare ai posteri un grande amico dello sci e della montagna. Ciao Rolly.

 

 

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